Ricerca:

 
 
 
   

 

 

 

























 

GeoStru Software

1 - 2

gsasp-b


(eBook senza software) Guida alle Analisi di stabilità dei Pendii ed alle Tecniche di Stabilizzazione  
A cura di: Massimiliano Castagnaro, Giulia Forestieri, Giuseppe Mandile, Anna Maria Petrolo

 

Euro 45,00
- 66,67%
Euro 15,00
+ IVA 22% 

 

Disponibilità:

 

 

Lo scopo del presente testo non è quello di essere un saggio sui metodi per l’analisi di stabilità dei pendii, né, d’altra parte, un mero “manuale d’uso” per l’utente di un software. Vuole piuttosto essere, come il titolo stesso suggerisce, una sorta di “guida” per il Progettista che, talora, si ritrova di fronte a scelte (circa i modelli, i metodi di analisi, i parametri da utilizzare, ecc.) spesso di non facile interpretazione, stante l’incertezza che, nella maggior parte dei casi, accompagna la definizione del problema dell’analisi di stabilità di un pendio.

Quasi sempre, tali incertezze derivano da un quadro conoscitivo basato sulla disponibilità di poche informazioni, talvolta anche di bassa qualità, sulla geometria delle masse in gioco, sulla natura dei terreni coinvolti, sui valori numerici dei parametri fisico-meccanici. A ciò si aggiunga, poi, la difficoltà di portare nella dovuta considerazione e in maniera corretta fattori “esterni”, quali, ad esempio, le azioni sismiche.

Tale ultimo aspetto è anche dovuto al fatto che le vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni, di cui al D.M. 14 gennaio 2008, nascono, come il nome stesso suggerisce, con riferimento alle “strutture”. La definizione stessa di “Tempo di Ritorno” per l’azione sismica è definita, nella Normativa, come dipendente dallo “Stato Limite”, dalla “Vita Nominale” e dalla “Classe d’Uso” considerati per la “struttura”. Si intuisce, quindi, la non immediata trasferibilità di concetti nati con riguardo ad opere strutturali a contesti completamente differenti quali, appunto, i versanti naturali o i pendii artificiali.

Per sfogliare il libro CLICCA QUI

Per sfogliare il libro CLICCA QUI

Per tale ragione, si è ritenuto, nell’organizzazione del testo, partire nel primo capitolo proprio da una disamina della Normativa con riferimento alle problematiche della stabilità dei pendii, in modo da rendere il lettore edotto circa le semplificazioni, talora anche estreme, che è necessario introdurre nella valutazione di alcuni aspetti.

Successivamente, nel secondo capitolo, vengono approfonditi i metodi attualmente disponibili per l’analisi della stabilità dei pendii secondo l’approccio dell’”Equilibrio Limite”, i cosiddetti “Limit Equilibrium Methods” (LEM), evidenziando come la loro applicazione comporti, ancora una volta, una serie di semplificazioni, sia in termini “fisici” di definizione dei modelli geologici e geotecnici, che in termini “matematici”.

La problematica si presenta particolarmente delicata per il Progettista, al quale la Normativa attribuisce (punto 6.3.4 delle NTC 2008) una notevole responsabilità: “Il grado di sicurezza ritenuto accettabile dal Progettista deve essere giustificato sulla base del livello di conoscenze raggiunto, dell’affidabilità dei dati disponibili e del modello di calcolo adottato in relazione alla complessità geologica e geotecnica, nonché sulla base delle conseguenze di un’eventuale frana”.

Per poter definire “accettabile” il grado di sicurezza, il Progettista dovrà, quindi, effettuare una serie di scelte determinanti basate sui dati disponibili, come detto spesso quantitativamente e qualitativamente scarsi, e sull’affidabilità dei modelli adottati.

Nel terzo capitolo, poi, vengono descritte le più utilizzate metodologie per la stabilizzazione dei pendii. È utile ricordare che la Normativa impone (punto 6.3.5 delle NTC 2008) che per gli interventi di stabilizzazione “devono essere definiti l’entità del miglioramento delle condizioni di sicurezza del pendio e i criteri per verificarne il raggiungimento”. In altri termini, affinché un intervento di stabilizzazione possa essere definito tale, occorre valutare quantitativamente il miglioramento del grado di sicurezza del pendio ottenuto in seguito alla sua realizzazione.

Le tecniche di intervento riconducibili alla cosiddetta “Ingegneria Naturalistica” sono oggetto del quarto capitolo. Vengono illustrate le principali modalità di intervento basate sull’impiego di materiali “naturali”, evidenziandone vantaggi e limiti di utilizzo.

Infine, nell’ultima parte del testo, viene proposta una serie, ovviamente non esaustiva, di possibili casistiche che, si ritiene, potrà essere utile nell’orientare l’Utente nelle scelte progettuali in situazioni analoghe.

Software allegato: Geostru Slope Lite
Limitazioni versione LITE: Estensione massima del pendio 80 metri. Non consente di importare file DXF, 3D Model

Sommario

  1. NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI

    1.1 Principi fondamentali

    1.2 Evoluzione della normativa antisismica

    1.3 Stati Limite

    1.4 Definizione della pericolosità sismica

    1.5 Stabilità dei pendii naturali

    1.6 Verifiche di sicurezza

    1.7 Interventi di stabilizzazione

    1.8 Analisi di stabilità dei pendii naturali

    1.9 Risposta sismica locale

    1.9.1 Categorie di sottosuolo

    1.9.2 Condizioni topografiche

    1.9.3 Spettro di risposta elastico in accelerazione

    1.9.4 Spettro di risposta elastico in accelerazione delle componenti orizzontali

    1.9.5 Amplificazione stratigrafica e topografica

  2. METODI DI ANALISI DI STABILITÀ DEI PENDII

    2.1 Frane

    2.1.1 Nomenclatura di un movimento franoso

    2.2 Meccanismi di rottura

    2.3 Parametri caratteristici del terreno

    2.4 Resistenza al taglio dei terreni

    2.5 Condizioni drenate e non drenate

    2.6 Azione sismica

    2.7 Metodi di analisi di stabilità all’equilibrio limite (LEM)

    2.7.1 Metodo di analisi all’equilibrio limite

    2.7.2 Analisi di stabilità di un pendio indefinito

    2.7.3 Metodo delle strisce

    2.7.3.1 Analisi del singolo concio

    2.7.3.2 Analisi del pendio finito sommerso da acque in quiete

    2.7.4 Ricerca della superficie critica di scorrimento circolare

    2.7.5 Ricerca della superficie critica di scorrimento poligonale

    2.7.6 Metodi con superficie di scorrimento circolare

    2.7.6.1 Metodo di Fellenius/Petterson

    2.7.6.2 Metodo di Bishop

    2.7.6.3 Metodo di Bell

    2.7.7 Metodi con superficie di scorrimento poligonale

    2.7.7.1 Metodo di Sarma

    2.7.7.2 Metodo di Spencer

    2.7.7.3 Metodo di Janbu

    2.7.7.4 Metodo di Morgenstern-Price

    2.7.7.5 Metodo di Zeng e Liang

    2.7.8 Pendii in roccia

    2.7.8.1 Analisi di stabilità dei pendii in roccia

    2.8 Metodo degli spostamenti

    2.8.1 Metodo di Newmark

  3. INTERVENTI DI STABILIZZAZIONE

    3.1 Muri di sostegno

    3.1.1 Muri a gravità

    3.1.1.1 Metodo di Coulomb

    3.1.2 Muri a mensola

    3.1.2.1 Teoria di Rankine

    3.1.3 Valutazione della spinta in condizioni sismiche

    3.1.4 Verifiche agli Stati Limite Ultimi SLU dei muri di sostegno

    3.1.4.1 Verifica allo scorrimento sul piano di posa

    3.1.4.2 Verifica al ribaltamento

    3.1.4.3 Verifica della capacità portante del terreno di fondazione

    3.1.4.4 Verifica di stabilità globale del complesso pendio-opera di sostegno

    3.2 Gabbionate

    3.2.1 Dimensionamento

    3.3 Terre rinforzate

    3.3.1 Criteri di progettazione

    3.3.2 Dimensionamento di massima

    3.3.3 Calcolo di verifica

    3.3.3.1 Verifiche di moto rigido

    3.3.3.2 Verifiche di resistenza dei rinforzi

    3.3.3.3 Verifiche di sfilamento

    3.3.3.4 Spaziatura rinforzi

    3.4 Paratie

    3.4.1 Paratia libera

    3.4.2 Paratia ancorata

    3.5 Pali

    3.5.1 Tipologie di pali

    3.5.2 Pali sollecitati da carichi trasversali

    3.5.2.1 Pali liberi di ruotare in testa, terreni coesivi

    3.5.2.2 Pali a rotazione in testa impedita, terreni coesivi

    3.5.2.3 Pali liberi di ruotare in testa, terreni incoerenti

    3.5.2.4 Pali a rotazione in testa impedita, terreni incoerenti

    3.5.3 Carico limite relativo all’interazione fra i pali ed il terreno laterale

    3.6 Ancoraggi

    3.6.1 Dimensionamento

    3.7 Chiodature

    3.8 Riprofilature

    3.8.1 Verifiche di stabilità

    3.9 Trincee drenanti

    3.9.1 Caratteristiche delle Trincee Drenanti

    3.9.2 Funzionamento

    3.9.3 Introduzione al metodo

    3.9.3.1 Determinazione della profondità di progetto della falda

    3.9.3.2 Profondità d’installazione dei dreni

    3.9.3.3 Interasse dei dreni

    3.9.4 Stima del tempo necessario per il raggiungimento della nuova condizione

    3.9.5 Verifica dell’efficienza idraulica dei terreni

  4. INGEGNERIA NATURALISTICA

    4.1 Cause ed effetti dell’erosione

    4.1.1 Erosione calanchiva

    4.1.2 Scorrimento incanalato

    4.1.3 Aree percorse dal fuoco

    4.2 Definizioni e settori di intervento

    4.3 Materiali utilizzati

    4.3.1 Materiale vegetativo vivo

    4.3.2 Materiali organici inerti

    4.3.3 Materiali di sintesi

    4.3.4 Altri materiali

    4.4 Le principali tecniche di Ingegneria Naturalistica

    4.4.1 Inerbimenti mediante semine e idrosemine

    4.4.2 Piantagioni di talee o piantine

    4.4.3 Fascinate e viminate vive

    4.4.4 Gradonate vive

    4.4.5 Grate vive

    4.4.6 Palificate vive di sostegno

    4.4.7 Gabbionate vive

    4.4.8 Materassi rinverditi

    4.4.9 Rivestimenti

    4.4.10 Opere di regimazione idraulica

    4.5 Errori frequenti nelle tecniche di Ingegneria Naturalistica

    4.5.1 Non corretta gestione del sito di intervento

    4.5.2 Non corretto utilizzo di materiale naturale vivo

    4.5.3 Non corretto utilizzo di materiale naturale “morto”

    4.5.4 Non corretto utilizzo del materiale inerte

    4.5.5 Non corretto utilizzo di materiale tradizionale e sintetico

  5. APPLICAZIONI

    5.1 Scavo in presenza di falda

    5.2 Scavo su argilla in condizioni non drenate

    5.3 Pendio sommerso in condizione di rapido svaso

    5.4 Verifica di stabilità su muro a gravità

    5.4.1.1 Cenni teorici

    5.4.1.2 Calcolo

    5.4.1.3 Conclusioni

    5.5 Stabilizzazione con pali di un pendio

    5.5.1.1 Carico limite di Broms

    5.5.1.2 Carico limite T.Ito & Matsui

    5.5.1.3 Metodo della tensione tangenziale

    5.5.1.4 Fattore di sicurezza FS (Bishop)

    5.6 Muro in terra armata

    5.6.1.1 Verifica a rottura e a sfilamento dei rinforzi

    5.6.1.2 Verifica a scorrimento della terra armata

    5.7 Pendio in terra rinforzata

    • Lr lunghezza efficace del rinforzo

    • fb coefficiente di pullout

    • σ’v tensione efficace in direzione ortogonale al piano del rinforzo

    5.8 Stabilizzazione di un pendio in roccia mediante chiodatura

    5.8.1.1 Calcolo della resistenza dei chiodi

    5.8.1.2 Verifica di stabilità

    5.9 Verifica di stabilità in condizioni sismiche

    5.9.1.1 Analisi pseudo statica

    5.9.1.2 Analisi dinamica semplificata

 

  


Libro senza software

  
 
 

 
 
 

 
Quantità

  Metti nel carrello
  esamina il carrello

  

  

gsrsl-b


(eBook senza software) Guida pratica alla Risposta sismica locale 1D  
A cura di: Anna Lippelli, Angelo Stamile, Staff Geostru

 

Euro 45,00
- 66,67%
Euro 15,00
+ IVA 22% 

 

Disponibilità:

 

 

È ormai ampiamente riconosciuto che gli effetti sismici locali possono avere una sensibile influenza sull’entità e distribuzione del moto sismico e dei danneggiamenti durante i terremoti. Infatti, dopo ogni evento sismico che produce danni alle infrastrutture, immancabilmente si rilevano aree in cui il danneggiamento è stato più severo anche nei confronti di edifici di nuova costruzione e che, apparentemente, avrebbero dovuto resistere all’azione sismica.

In Italia gli studi riguardanti la pericolosità sismica, così come qualsiasi altra azione di mitigazione, sono stati effettuati quasi esclusivamente a valle di un forte terremoto che abbia portato alla ribalta il problema del rischio sismico, e quindi legati sempre alle attività di ricostruzione.

Le attuali norme (NTC2008), per determinare la reale pericolosità sismica del sito e quindi fornire adeguate conoscenze sull’intensità e le caratteristiche del moto sismico atteso in superficie e trasmesso alle strutture, pongono il problema di cercare sempre più di adoperare, per la mitigazione del rischio sismico, l’utilizzo di studi di risposta sismica locale di livello avanzato (1D, 2D, 3D).

Per sfogliare il libro CLICCA QUI

Per sfogliare il libro CLICCA QUI

Questo libro, quindi nasce con l’intento, di fornire delle nozioni di base, anche se molto superficiali, su tutte le componenti che entrano in gioco negli studi di risposta sismica locale.

Quindi i temi che verranno affrontati danno una panoramica, anche se non completamente esaustiva, degli strumenti operativi necessari ad una adeguata comprensione degli aspetti del problema sismico direttamente o indirettamente legati agli effetti della risposta sismica locale, e delle modalità di esecuzione degli studi da effettuare per la loro determinazione in una logica multidisciplinare.

Si spera che questo libro sia di ausilio per coloro che, partendo da una scarsa formazione di base del problema vogliano avere una comprensione delle problematiche da affrontare.

Nella parte finale del libro, inoltre verrà, fornito un esempio di come condurre uno studio di risposta sismica locale mono-dimensionale con l’ausilio, per quanto riguarda l’analisi numerica del software RSL III della GeoStru software.

Software allegato: Geostru RSL Lite
Limitazioni versione LITE: (Analisi con un solo accelerogramma)

SOMMARIO

PREMESSA

  1. INTRODUZIONE

  2. TIPI DI ONDE SISMICHE, MODALITA’ DI PROPAGAZIONE NEL TERRENO E COMPORTAMENTO DINAMICO DEI TERRENI E DELLE ROCCE

    2.1 Tipo e proprietà delle onde sismiche

    2.2 Influenza delle proprietà delle onde sismiche e della loro propagazione nell’analisi della risposta sismica locale

    2.3 Comportamento dinamico dei terreni e delle rocce

    2.4 Cenni sulla determinazione in laboratorio del valore e delle curve di decadimento del modulo di rigidezza al taglio G e dello smorzamento D

  3. LA RISPOSTA SISMICA LOCALE

    3.1 La Risposta Sismica Locale, concetti generali

    3.2 Moto sismico al bedrock, ovvero la pericolosità sismica di base del sito

    3.3 Esempio di estrazione di accelerogrammi con il software REXEL

    3.4 Schematizzazione del sito per la valutazione dei parametri che influenzano la risposta sismica locale

    3.5 Indagini e rilievi per la determinazione del modello geologico di riferimento ai fini della risposta sismica locale

  4. METODI PER LA VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA SISMICA LOCALE

    4.1 Metodi sperimentali per la determinazione della risposta sismica locale

    4.2 Metodi empirici per la determinazione della risposta sismica locale

    4.2 Metodi numerici per la determinazione della risposta sismica locale

  5. ESEMPIO DI VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA SISMICA LOCALE CON MODELLO MONODIMENSIONALE (1D)

    5.1 Procedura e modello di calcolo del software RSL III della GeoStru Software

    5.2 Definizione del modello di sottosuolo e dell’input sismico per l’esempio di calcolo della risposta sismica locale di un sito generico

    5.3 Esempio di calcolo della risposta sismica locale 1D di un sito generico con il software RSL III della GeoStru Software

    5.4 Contenuti minimi di uno studio di risposta sismica locale 1D di un sito generico

Bibliografia

 

  


Libro senza software

  
 
 

 
 
 

 
Quantità

  Metti nel carrello
  esamina il carrello

  

  

1 - 2


(eBook senza software) Guida alla progettazione delle Opere di Sostegno in Terra Rinforzata

 

(eBook senza software) Geotechnical and F.E.M. Analysis System (GFAS)

 

(eBook senza software) Guida alle Analisi di stabilità dei Pendii ed alle Tecniche di Stabilizzazione

 

(eBook senza software) Guida pratica alla Risposta sismica locale 1D

 

 

 
Informazioni commerciali: GeoStru - tel. 06.90.28.90.85 - email 
Assistenza clienti Italiani SOEG & C. - tel. 06.90.28.90.85 - email
Informazioni sito web: GeoExpo by GEO group s.r.l. - tel. 0825 82.42.56 - email 
   
Home Page geologi.it bar-2
bar-3